Ti ho riconosciuto in tv. Alto, biondo, fisico atletico. Yaroslav, amico e fratello mio, sei sicuramente tu. Non ci posso credere. C’è una telecamera che ti riprende e stai parlando con la tua bambina, faccia a faccia. Tua moglie ti stringe forte la mano. Forse state per dirvi addio, ma non vuoi pronunciarla nemmeno per scherzo quella parola così orribile. E giuri che prima o poi tornerai da loro. Abbracci forte tua figlia, avrà 5 o 6 anni ed è bellissima. Un fiore di campo, unico e fragile. Hai gli occhi stretti di uno che vuole fare il duro. Fai l’uomo coraggioso, fiero di essere ucraino e pronto a tutto per difendere ciò che ami...
DIO NON PRODUCE SCARTI
Un viaggio nei bassifondi delle nostre città, tra Caritas e dintorni. A cura di Matteo Donati
lunedì 28 febbraio 2022
giovedì 24 febbraio 2022
IO, TE E L'AMERICA - Tra sogno e realtà (Capitolo 5)
-E adesso cosa gli dico a quei due?
-Che se ne vadano a fanc…
domenica 13 febbraio 2022
LETTERA ALLA MIA FIDANZATA - Tra sogno e realtà (Capitolo 4)
Cara Lucia,
ho pensato che è giunto il momento di scriverti una
lettera. La scrivo come si faceva una volta. Sulla carta, con la penna. Strano
penserai… è un gesto obsoleto, ma a me sembra un fatto più naturale, come
accendere il fuoco o guardare il cielo. Sai qua non ho nemmeno il cellulare e
non mi dispiace affatto perché quell’aggeggio trilla continuamente e ti ricorda
che c’è sempre qualcosa di urgente da fare. Organizzare. Qualcuno da chiamare.
Richiamare. Stavo iniziando ad odiarlo. Porta a dimenticare le cose essenziali,
quelle che alla fine fanno la differenza. Per esempio fermarsi, pensare,
parlare con Dio. Avrei potuto anche aspettare di essere tornato in Italia,
per dirti a voce quello che penso, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Voglio
scegliere bene le parole, una ad una, per trasmetterti quello che ho nel cuore,
senza farmi fregare dalla fretta.
lunedì 7 febbraio 2022
ECCOMI - Tra sogno e realtà (Capitolo 3)
Siccome era molto stanco decise di andare a dormire. Però non riusciva a prendere sonno e iniziò a sognare ad occhi aperti. Immaginava battaglie, cavalieri e mostri incredibili. Fantasticava tra mondi antichi ed esplorazioni spaziali. Luca aveva appena 11 anni ed era un bambino sereno. Con tanta fantasia a disposizione. La carovana dei Cow boys stava disperatamente cercando di attraversare il fiume, ma aveva alle calcagna gli indiani pellerossa armati di archi, frecce e tomahawk. All’improvviso partirono i primi colpi di fucile… PEM-PEM...TOC-TOC... quando suo padre entrò in camera...
venerdì 28 gennaio 2022
LONTANO DA CASA - Tra sogno e realtà (Capitolo 2)
Ho una brutta notizia per me: due giorni fa mi
hanno portato via da casa mia e dicono che non ci posso tornare più fino a
quando non si sa. Questo di solito capita ai cani randagi. Poverini. O a quei
signori con la barba lunga che vivono per strada, che poi se ne vanno in giro
con la bicicletta piena di buste vuote chiedendo l’elemosina ai supermercati. E
parlano da soli con il vento o cantano le canzoni di una volta. A loro può
capitare, ma non doveva succedere a uno come me. Io non sono mica un barbone
né, tanto meno, un cane randagio. Quando la nonna mi ha chiamato al telefono io
gliel’ho detto chiaro e tondo come la pensavo: “si può sapere che cosa ho fatto
di male? Perché la mamma non mi viene a prendere? Voglio la mia casa indietro!
Non è giustoooo!”...
martedì 25 gennaio 2022
FIGLIA DI DIO - Tra sogno e realtà (Capitolo 1)
Diciamo che la mia vita non è iniziata nel migliore dei modi. Anzi, forse non poteva cominciare peggio. Oltretutto, come spesso accade in certi film un po’ malinconici, quel giorno pioveva. Cielo grigio e pioggia a catinelle. Evviva! Forse Dio era triste e piangeva perché la mia mamma mi stava abbandonando. Fatto sta che qualcuno la portò all’ospedale, lei fece tutta la trafila del parto e disse “no grazie, non la voglio”. Una cosa terribile e cinica starete pensando voi e lo penso anche io, ma è pur sempre la mia mamma...
lunedì 27 maggio 2019
INAUGURATA LA COOPERATIVA SOCIALE AGRICOLA
JESI – Taglio del nastro per l’Orto del Sorriso. Frutta e verdura coltivati dai volontari della Cooperativa Agricola Sociale Orto del Sorriso. In via Calabria 47, poco fuori il centro città di Jesi, con anche il punto vendita. Alle ore 18 di oggi (sabato 25 maggio) apericena inaugurale per la cittadinanza.
«Questo orto è un dono della comunità, perché senza le persone sarebbe stato impossibile realizzarlo. È il risultato di tanti pezzi di puzzle che si sono perfettamente incastrati insieme – afferma Matteo Donati, presidente della cooperativa – Un progetto nato quattro anni fa da un’intuizione della Parrocchia di San Giuseppe di Jesi e della Caritas diocesana, con lo scopo di valorizzare, in una logica di coinvolgimento locale e sociale, due ettari di terreni messi a disposizione dalla diocesi, enti pubblici o privati, al fine di favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o in difficoltà economica». Tra le collaborazioni presenti è in via di sviluppo quella con il carcere di Barcaglione. Tra i sogni da realizzare: coinvolgere alcuni pensionati come volontari “maestri” dell’arte contadina e recuperare terreni incolti e immobili in stato decadente.
martedì 14 maggio 2019
giovedì 21 marzo 2019
LA PARTITA - Capitolo 10 - Fischio finale
Mancavano pochi giorni a Natale e
volevo fare un regalo indimenticabile ai ragazzi. Dopo tanto pensare mi venne
in mente l’idea giusta: per essere una vera squadra non bastava il senso di
appartenenza, dovevamo avere una divisa, dotata di pantaloncini, calzettoni e
maglietta personalizzata, con tanto di nome e numero. Il giorno seguente la
Provvidenza ha voluto che incontrassi un parrocchiano molto generoso che
sentendomi raccontare l’idea si è persino proposto come sponsor finanziatore.
Il massimo...
giovedì 14 marzo 2019
LA PARTITA - Capitolo 9 - Ablo
Volevo proporre ai ragazzi un
nuovo modo di vedere il mondo, ma vi assicuro che non è facile: ogni giorno trovavo
mille ragioni per arrendermi e convincermi che stavo solo perdendo tempo. Forse
è da pazzi o da ingenui pensare di tirare fuori qualcosa di buono da un gruppo
di ragazzi che tutti considerano “spacciati”. Che senso ha dire loro che sono
stati scelti e che qualcuno li ama, quando non vedi i risultati che speravi?
Eppure, nonostante tutto, c’è
sempre una luce che resta accesa. Anche quando sembra stia per spegnersi, una
mano la ripara dalla corrente. Una parola o lo sguardo di un ragazzo di 17 anni
come Ablo che dice “il nostro incontro mi ha cambiato, la mia vita non è più la
stessa, anche se a volte fatico a dimostrarlo”...
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