giovedì 21 marzo 2019

LA PARTITA - Capitolo 10 - Fischio finale


Mancavano pochi giorni a Natale e volevo fare un regalo indimenticabile ai ragazzi. Dopo tanto pensare mi venne in mente l’idea giusta: per essere una vera squadra non bastava il senso di appartenenza, dovevamo avere una divisa, dotata di pantaloncini, calzettoni e maglietta personalizzata, con tanto di nome e numero. Il giorno seguente la Provvidenza ha voluto che incontrassi un parrocchiano molto generoso che sentendomi raccontare l’idea si è persino proposto come sponsor finanziatore. Il massimo...
Vi sarà facile immaginare quanto fu emozionante la cerimonia di consegna alla Vigilia di quel Natale. I ragazzi non stavano nella pelle e anche il parroco sembrava incredulo nel ricevere a sua volta la maglietta che recitava “Don Giuliano 57”, a memoria del suo anno di nascita.
Le divise erano nascoste sotto un telo rosso stile natalizio. Trenta occhi lucidi puntati, dopo qualche attimo di suspence e i ringraziamenti di rito, si coprirono di meraviglia. Non avrebbero potuto desiderare di meglio: il proprio nome, di ragazzi scelti, stampato su una t-shirt azzurra con bande trasversali bluastre, uno sponsor vero al centro e lo stencil di don Bosco sul cuore. Tutti iniziarono a esultare, a fantasticare e a sognare di sfidare qualche altra squadra. Adesso avrebbero fatto un figurone.
In fondo la vita di questi ragazzi è proprio come una partita di calcio: appena scesi in campo si sono accorti che giocare è dura perché il campo è pieno di insidie e gli avversari a volte giocano sporco, puntano alle gambe. Ma arriva un momento in cui scopri di essere importante e se lo vuoi veramente puoi fare la differenza. Quello è il giorno della tua rivincita: non importa se fino a quel momento hai sempre perso e sei ultimo in classifica. L’importante è giocare di squadra, puntare la porta, stare svegli e fare gol al momento giusto; fosse anche l’ultimo minuto dei tempi supplementari, o ai calci di rigore, l’emozione di andare sotto la curva a dire “Grazie per questa bellissima vita” vale più di ogni altra cosa.
E allora, alla fine di questa storia che ha visto i ragazzi “difficili” di un quartiere popolare come protagonisti, mi piace pensare a Gesù quando disse: “Pietro, prendi il largo e getta le reti per la pesca”. Quanto volte anche noi come l’apostolo rispondiamo che abbiamo faticato tutta la notte, ma non abbiamo preso nulla e Tu ci chiedi di rigettare le reti?
Non lo so come andrà avanti il nostro cammino, se fiorirà o prenderà altre forme, ma ho deciso di fidarmi di questo Uomo che dice e fa cose straordinarie e sulla sua parola getterò le reti. Al momento ho solo una certezza: la partita non finisce qui.

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