Volevo proporre ai ragazzi un
nuovo modo di vedere il mondo, ma vi assicuro che non è facile: ogni giorno trovavo
mille ragioni per arrendermi e convincermi che stavo solo perdendo tempo. Forse
è da pazzi o da ingenui pensare di tirare fuori qualcosa di buono da un gruppo
di ragazzi che tutti considerano “spacciati”. Che senso ha dire loro che sono
stati scelti e che qualcuno li ama, quando non vedi i risultati che speravi?
Eppure, nonostante tutto, c’è
sempre una luce che resta accesa. Anche quando sembra stia per spegnersi, una
mano la ripara dalla corrente. Una parola o lo sguardo di un ragazzo di 17 anni
come Ablo che dice “il nostro incontro mi ha cambiato, la mia vita non è più la
stessa, anche se a volte fatico a dimostrarlo”...
Credo che cercare sia un verbo
che si riassume nella parola Dio.
Con l’arrivo dell’estate proposi
una nuova sfida ai ragazzi del San: fare gli aiuto-animatori al Centro Estivo
parrocchiale, al fianco degli educatori più esperti. Per tre settimane in mezzo
a più di 200 bambini divisi in 8 squadre, cercando di imitare lo stile di San
Giovanni Bosco. Giochi, canti, attività, gesti caritatevoli verso i più
bisognosi, preghiera. E’ stata una vera impresa, con alti e bassi, ma che li ha
messi a confronto con una dinamica nuova: educare.
Educatori non ci si improvvisa,
ma molto spesso è più importante gettarsi nella mischia e sporcarsi le mani,
piuttosto che apprendere fredde teorie da manuali o da sussidi.
In ogni caso questo periodo così
intenso è stata un’occasione di crescita per tutti. Per capire che fare un
cammino significa anzitutto “dare le mani a qualcuno”: una mano per dare e una
per ricevere. Una per amare e una per essere amati. Una per educare i più
piccoli e una per essere educati da chi ha fatto un pezzo di strada in più.
L’importante è non restare da soli, conoscere bene le persone a cui si da la
mano e fidarsi.
Certamente non tutti hanno la
“stoffa” per essere degli ottimi educatori, ma in ogni ragazzo c’è qualcosa di
speciale che lo rende unico. E’ come un tesoro che spesso rimane nascosto, ma
che va scoperto e valorizzato. Il giorno in cui avviene questa scoperta accade
qualcosa di straordinario perché cambia lo sguardo e il modo di vedere il
mondo. Ma il vero miracolo si manifesta quando i ragazzi prendono il loro
tesoro e anziché tenerlo per se stessi, lo donano agli altri. A partire da quel
giorno sarà cambiato anche il loro cuore e potranno sognare una vita a colori.
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