lunedì 28 febbraio 2022

NON E' UN ADDIO - Yaroslav

Ti ho riconosciuto in tv. Alto, biondo, fisico atletico. Yaroslav, amico e fratello mio, sei sicuramente tu. Non ci posso credere. C’è una telecamera che ti riprende e stai parlando con la tua bambina, faccia a faccia. Tua moglie ti stringe forte la mano. Forse state per dirvi addio, ma non vuoi pronunciarla nemmeno per scherzo quella parola così orribile. E giuri che prima o poi tornerai da loro. Abbracci forte tua figlia, avrà 5 o 6 anni ed è bellissima. Un fiore di campo, unico e fragile. Hai gli occhi stretti di uno che vuole fare il duro. Fai l’uomo coraggioso, fiero di essere ucraino e pronto a tutto per difendere ciò che ami...

giovedì 24 febbraio 2022

IO, TE E L'AMERICA - Tra sogno e realtà (Capitolo 5)


La conferenza stava per cominciare e lui nel giro di pochi minuti avrebbe fatto il suo ingresso trionfale. Sapeva di essere il numero uno. Un guru. Ogni volta entrava appositamente in ritardo per creare un senso di attesa e anche quella sera tergiversava nel suo camerino col bicchiere in mano. La sua assistente lo raggiunse. Conosceva fin troppo bene il suo carattere scorbutico, per questo cercò di mettergli un po’ di fretta con le buone maniere. Non sembrava troppo agitato, quindi con un gesto discreto fece per dargli il biglietto d’ingresso allo spettacolo di una coppia di amici che voleva un semplice autografo. Ma lui si innervosì, prese i biglietti, li accartocciò e li buttò fuori dalla finestra, verso l’ignoto.

-E adesso cosa gli dico a quei due?

-Che se ne vadano a fanc…

domenica 13 febbraio 2022

LETTERA ALLA MIA FIDANZATA - Tra sogno e realtà (Capitolo 4)

Cara Lucia,
ho pensato che è giunto il momento di scriverti una lettera. La scrivo come si faceva una volta. Sulla carta, con la penna. Strano penserai… è un gesto obsoleto, ma a me sembra un fatto più naturale, come accendere il fuoco o guardare il cielo. Sai qua non ho nemmeno il cellulare e non mi dispiace affatto perché quell’aggeggio trilla continuamente e ti ricorda che c’è sempre qualcosa di urgente da fare. Organizzare. Qualcuno da chiamare. Richiamare. Stavo iniziando ad odiarlo. Porta a dimenticare le cose essenziali, quelle che alla fine fanno la differenza. Per esempio fermarsi, pensare, parlare con Dio. Avrei potuto anche aspettare di essere tornato in Italia, per dirti a voce quello che penso, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Voglio scegliere bene le parole, una ad una, per trasmetterti quello che ho nel cuore, senza farmi fregare dalla fretta.

lunedì 7 febbraio 2022

ECCOMI - Tra sogno e realtà (Capitolo 3)

Siccome era molto stanco decise di andare a dormire. Però non riusciva a prendere sonno e iniziò a sognare ad occhi aperti. Immaginava battaglie, cavalieri e mostri incredibili. Fantasticava tra mondi antichi ed esplorazioni spaziali. Luca aveva appena 11 anni ed era un bambino sereno. Con tanta fantasia a disposizione. La carovana dei Cow boys stava disperatamente cercando di attraversare il fiume, ma aveva alle calcagna gli indiani pellerossa armati di archi, frecce e tomahawk. All’improvviso partirono i primi colpi di fucile… PEM-PEM...TOC-TOC... quando suo padre entrò in camera...

venerdì 28 gennaio 2022

LONTANO DA CASA - Tra sogno e realtà (Capitolo 2)

Ho una brutta notizia per me: due giorni fa mi hanno portato via da casa mia e dicono che non ci posso tornare più fino a quando non si sa. Questo di solito capita ai cani randagi. Poverini. O a quei signori con la barba lunga che vivono per strada, che poi se ne vanno in giro con la bicicletta piena di buste vuote chiedendo l’elemosina ai supermercati. E parlano da soli con il vento o cantano le canzoni di una volta. A loro può capitare, ma non doveva succedere a uno come me. Io non sono mica un barbone né, tanto meno, un cane randagio. Quando la nonna mi ha chiamato al telefono io gliel’ho detto chiaro e tondo come la pensavo: “si può sapere che cosa ho fatto di male? Perché la mamma non mi viene a prendere? Voglio la mia casa indietro! Non è giustoooo!”...

martedì 25 gennaio 2022

FIGLIA DI DIO - Tra sogno e realtà (Capitolo 1)

Diciamo che la mia vita non è iniziata nel migliore dei modi. Anzi, forse non poteva cominciare peggio. Oltretutto, come spesso accade in certi film un po’ malinconici, quel giorno pioveva. Cielo grigio e pioggia a catinelle. Evviva! Forse Dio era triste e piangeva perché la mia mamma mi stava abbandonando. Fatto sta che qualcuno  la portò all’ospedale, lei fece tutta la trafila del parto e disse “no grazie, non la voglio”. Una cosa terribile e cinica starete pensando voi e lo penso anche io, ma è pur sempre la mia mamma...