Mi sono perso nel guardare le foto dei festeggiamenti
dei curdi, l’altro giorno. Mi sono perso nei loro sorrisi, nei volti puliti,
nei capelli sciolti e nei pugni sollevati al vento, contro un cielo nero, buio,
di una notte illuminata a giorno.
Non
mi sono sentito rincuorato o felice quando ho letto la notizia di Kobane
libera; lo sono stato quando ho visto queste foto – quando ai vincitori, ho
potuto associare un volto. E che bellezza c’era in questo volto. Un volto di
donna, giovane; un volto finalmente libero – com’è finalmente libera Kobane –
dall’ansia e dallo stress, ringiovanito della contentezza della vittoria,
rilassato come non lo era da mesi.