Oggi "si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro", ma "il denaro per acquistare armi si trova, per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova".
"E' doloroso constatare come la lotta contro la fame
e la denutrizione sia ostacolata dalla priorità del mercato e dalla preminenza
del guadagno, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a
speculazione, anche finanziaria". Inizia così il discorso di Papa
Francesco alla seconda Conferenza Internazionale sulla malnutrizione,
interrotto più volte dagli scroscianti applausi dei dignitari giunti da tutto
il mondo...
Il Pontefice è arrivato nella sede dell'organismo Onu a Roma poco prima delle
11. Salito al terzo piano, prima di entrare nella Sala Plenaria il Pontefice ha
incontrato brevemente la Regina Letizia di Spagna che aveva appena concluso il
suo intervento, preceduto dal saluto del ministro per le Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presidente della Conferenza, e
dall'introduzione di Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao.
L'ingresso di Jorge Mario Bergoglio, seguito dal cardinale segretario di Stato
Pietro Parolin, è stato accolto dall'applauso dei delegati tutti in piedi. Il
Pontefice si è rivolto all'assemblea in lingua spagnola. "Oggi si parla
molto di diritti, dimenticando spesso i doveri - ha affermato - Forse ci siamo
preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. E mentre si parla di nuovi
diritti, l'affamato è lì, all'angolo della strada, e chiede diritto di
cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana
alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina".
Ebbene, ha proseguito Bergoglio, "la sfida che si deve affrontare è la
mancanza di solidarietà. Le nostre società sono caratterizzate da un crescente
individualismo e dalla divisione. Ciò finisce col privare i più deboli di una
vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni".
"Quando manca la solidarietà in un Paese, ne risentono tutti - ha aggiunto
Francesco - Di fatto, la solidarietà è l'atteggiamento che rende le persone
capaci di andare incontro all'altro e di fondare i propri rapporti reciproci su
quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e
spinge a cercare insieme il bene comune".
Ma la solidarietà è un collante anche nei rapporti della comunità
internazionale: "I destini di ogni nazione sono più che mai collegati tra
loro, come i membri di una stessa famiglia, che dipendono gli uni dagli altri.
Ma viviamo in un'epoca in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso
rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione
bellica ed economica, mina l'amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è
escluso".
Quindi Papa Francesco è tornato al destino dei singoli, di "chi manca del
pane quotidiano e di un lavoro dignitoso": "Questo è il quadro del
mondo, in cui si devono riconoscere i limiti di impostazioni basate sulla
sovranità di ognuno degli Stati, intesa come assoluta, e sugli interessi
nazionali, condizionati spesso da ridotti gruppi di potere".
"Lo spiega bene - ha osservato il Papa - la lettura della vostra agenda di
lavoro, volta a elaborare nuove norme e maggiori impegni per nutrire il mondo.
In questa prospettiva spero che, nella formulazione di tali impegni, gli Stati
s'ispirino alla convinzione che il diritto all'alimentazione sarà garantito
solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che
patisce gli effetti della fame e della denutrizione".
Il Papa ha chiesto alla comunità internazionale una nuova visione del mondo,
con nuove e rivoluzionarie regole. "Le persone e i popoli esigono che si
metta in pratica la giustizia, non solo la giustizia legale, ma anche quella
contributiva e quella distributiva. Pertanto, i piani di sviluppo e il lavoro
delle organizzazioni internazionali dovrebbero tener conto del desiderio, tanto
frequente tra la gente comune, di vedere in ogni circostanza rispettati i
diritti fondamentali della persona umana e, nel nostro caso, della persona che
ha fame".
Nuove regole per contrastare la grande contraddizione della modernità: "C'è
cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il
consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri
occhi".
Ma Bergoglio ha accusato apertamente anche le diplomazie, colpevoli di
sollevare cortine per non lasciare che si veda come stanno le coseo. "Ci
sono pochi temi - ha scandito, per farsi capire bene - sui quali si sfoderano
tanti sofismi come su quello della fame. E pochi argomenti tanto suscettibili
di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza
nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi
economica".
Papa Francesco ha nuovamente condannato anche l'uso che si fa dell'embargo
internazionale, applicato ai governi ma che di fatto è pagato dai popoli, e la
pratica degli accordi di cooperazione allo sviluppo vincolati da standard
politici: "Se si crede al principio dell'unità della famiglia umana,
fondato sulla paternità di Dio Creatore, e alla fratellanza degli esseri umani,
nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della
disponibilità di cibo può essere accettabile. Ma, soprattutto, nessun sistema
di discriminazione, di fatto o di diritto, vincolato alla capacità di accesso
al mercato degli alimenti, deve essere preso come modello delle azioni
internazionali che si propongono di eliminare la fame".
Nuove regole impongono anche il rispetto dell'ambiente. "Penso - ha
aggiunto Francesco, parlando a braccio e alludendo ai cambiamenti climatici e
conseguenti disastri - alla nostra sorella e madre terra, al pianeta. Ricordo
una frase di un anziano: Dio sempre perdona, la sofferenza il maltrattamento,
noi uomini perdoniamo a volte. La terra non perdona mai. Rispettiamo la terra
perché non risponda con la distruzione".
Bergoglio si è quindi richiamato alla "fonte inesauribile
d'ispirazione" che è la legge naturale, "iscritta nel cuore
umano": amore, giustizia, pace, "elementi inseparabili tra
loro". "Come le persone, anche gli Stati e le istituzioni internazionali
sono chiamati ad accogliere e a coltivare questi valori, in uno spirito di
dialogo e di ascolto reciproco. In tal modo, l'obiettivo di nutrire la famiglia
umana diventa realizzabile. Ogni donna, uomo, bambino, anziano deve poter
contare su queste garanzie dovunque. Ed è dovere di ogni Stato, attento al
benessere dei suoi cittadini, sottoscriverle senza riserve, e preoccuparsi
della loro applicazione. Ciò richiede perseveranza e sostegno".
In questo scenario, "la Chiesa Cattolica cerca di offrire il proprio
contributo, mediante un'attenzione costante alla vita dei poveri in ogni parte
del pianeta - ha assicurato il Papa - Su questa stessa linea si muove il
coinvolgimento attivo della Santa Sede nelle organizzazioni internazionali e
con i suoi molteplici documenti e dichiarazioni".
Bergoglio a questo punto ha enunciato l'obiettivo finale: "sistema
internazionale equo". E ha chiarito che la Chiesa intende
"contribuire a identificare e adottare i criteri" per il suo sviluppo
e realizzazione. "Sono criteri - ha spiegato - che, sul piano etico, si
basano su pilastri come la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà.
Allo stesso tempo, in campo giuridico, questi stessi criteri includono la
relazione tra il diritto all'alimentazione e il diritto alla vita e a
un'esistenza degna, il diritto a essere tutelati dalla legge, non sempre vicina
alla realtà di chi soffre la fame. E l'obbligo morale di condividere la
ricchezza economica del mondo".
"Chiedo a Dio - ha concluso il Papa - di benedire tutti quelli che, di
qualsiasi livello istituzionale, si mettono al servizio di coloro che hanno
fame e prego la comunità internazionale di ascoltare l'appello di questa
conferenza. Dare da mangiare agli affamati per salvare la vita al
Pianeta".
L'intervento alla Fao è stato seguito da quello non meno incisivo al quarto
festival della Dottrina sociale della Chiesa. Oggi "si sottolineano molto
i soldi che mancano per creare lavoro", ma "il denaro per acquistare
armi si trova, per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli,
si trova", è l'amaro e durissimo atto d'accusa di papa Bergoglio nel
videomessaggio per l'evento apertosi a Verona.
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