mercoledì 15 agosto 2012

L’ANARCHICO

   
Finalmente il giudice mi ha dato il permesso di far visita al carcere di Basùra. Lo aspettavo da settimane. Fino a oggi una prigione vera l’avevo soltanto immaginata e ogni volta che ci passavo davanti la vedevo come un enorme blocco di cemento che conteneva persone cattive.

    Però mi sono sempre chiesto che cosa c’è dietro la vita di un detenuto. Cos’avrà fatto per meritare di non essere più libero? Quale sarà la sua storia? Al di là del crimine, dove avrà iniziato a sbagliare?
Dopo aver consegnato i miei oggetti personali e superato innumerevoli controlli, passo una serie di muri enormi, porte blindate, cancelli scorrevoli e arrivo alla sala dei colloqui dove ad attendermi c’è il mio amico anarchico. “Come stai?” gli domando. Lui dice di sentirsi un po’ solo ultimamente, ma che avendo già undici anni di carcere alle spalle, otto mesi vanno giù lisci. Infatti si tratta della sua seconda esperienza di reclusione; la prima se l’è beccata a causa di 47 rapine. Un giorno mi ha confessato fieramente di essere uno dei migliori ladri da supermercato della zona perché l’hanno preso solo una volta, l’ultima, appunto.

    “Come ti trovi dietro le sbarre?”
    “Beh, al fresco! - dice ridendo – ma a parte gli scherzi, è difficile per uno come me, dato che sono anarchico e l’unica libertà che mi è concessa è il pensiero. Però non sono un anarchico insurrezionalista: credo nel rispetto, prima di tutto. In ogni caso mi tengo in forma, leggo Baudelaire, Nietsche, lavo i piatti e faccio sollevamento pesi con un manico da scopa e due bottiglie d’acqua legate agli estremi. Se sto fermo mi parte del tutto la testa…”

    “In effetti mi sembri in forma” gli dico. “Si dai, mi lavo tutti i giorni, mangio a colazione, pranzo e cena, mi curano pure…quando sei per strada invece, certi lussi non te li puoi permettere. A dire il vero mi mancano molto Satana e Morrison, spero che Ana si prenda cura di loro. Il problema è che se lei beve troppo si dimentica di dargli da mangiare e di portarli a fare una passeggiata e a fare la pipì. Io le voglio bene, ma so che quando io non ci sono lei si deprime, piange tutto il giorno, prende troppe pasticche e si butta giù di brutto. Comunque quando esco voglio andare via da Basùra. Sistemo un po’ di cose poi prendo su Ana e ce ne andiamo in Ucraina, al suo paese. Voglio rimettermi a posto”.

    Il passato del mio amico anarchico è fortemente segnato da alcol, eroina, cocaina, anfetamine, lsd, metadone, psicofarmaci, quindi i suoi riflessi sono lenti e ragiona a una velocità molto ridotta. Sconterà la sua pena e sarà di nuovo fuori a combattere con le ore che passano. Ha sbagliato tanto, ma conta di più il suo animo buono, almeno per me.

    “Grazie per essere venuto, quando puoi sono contento se torni”
    “Certo che torno. A presto, sii forte”

    Adesso che ci penso è anche la prima volta che abbraccio un anarchico non insurrezionalista. Un attimo dopo aver formulato questo pensiero esco accompagnato dal secondino, tenendomi stretto la mia libertà.

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