lunedì 2 maggio 2016

COSA PORTIAMO A CASA DAL CONVEGNO CARITAS



“La misericordia di Dio è una cosa concreta, come il padre e la madre che si commuovono per i bisogni del figlio”. Con queste parole Mons. Montenegro ha aperto il 38° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, quattro giornate nella periferia di Roma per fermarsi a riflettere e rimotivarsi a partire dal tema “Misericordiosi come il Padre”. Lo stesso Montenegro ha aggiunto che “Dio ci viene a trovare attraverso i poveri, per questo sono loro che ci conducono a Dio”. Parole che oggi più che mai hanno un’eco forte e raggiungono ogni angolo della terra, soprattutto quelle zone del mondo martoriate dall’odio e dalla guerra. 
Mons. Tagle
Lo ha ricordato con veemenza Mons. Tagle, Presidente di Caritas Internationalis, che ha puntato il dito contro l’Occidente che nega le sue radici solidali e cristiane. In un mondo in cui le 62 persone più ricche del pianeta detengono le stesse ricchezze della metà più povera globale, “la nostra casa comune rischia di diventare un luogo tetro e chiuso dove chi possiede si rinchiude nel proprio castello, assediato dai poveri e dalla propria ricchezza…controllare i poveri ci illude di controllare la povertà, tenerli a distanza ci fa credere che non ci siano, oppure che siano abbastanza lontani da non minacciare i nostri privilegi”.
Ma quali possono essere le strade da percorrere per non cedere ai vittimismi e vedere solo la parte negativa della realtà? Secondo Mauro Magatti, docente di sociologia presso l’Università del Sacro Cuore, il gesto del Papa a Lesbo è un punto di partenza per costruire qualcosa di nuovo, avviare una transizione concreta e chiudere definitivamente l’era della globalizzazione che dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi mondiale del 2008 ci ha trascinati nel baratro.  
Prof. Mauro Magatti
Papa Francesco di fronte all’emergenza ha messo da parte i suoi impegni e si è preso un giorno di tempo per andare di persona a consolare e ascoltare il grido dei profughi. Ecco la novità che il Papa ci consegna: se siamo solo consumatori e mancano le relazioni vere e la ricerca di un senso, il mondo crolla. Bisogna cambiare il modello di riferimento: non solo inghiottire  e inglobare, ma partecipare, dare il proprio contributo. Prima è necessario produrre valori sostenibili, poi consumi, e la Caritas, nella sua diffusione capillare sul territorio, ha un ruolo strategico nella metamorfosi. “Ogni parrocchia” – ha chiuso Magatti – deve vivere concretamente la carità, sennò non regge il discorso del Vangelo.
A conclusione del Convegno, il momento più atteso: l’incontro con il Papa avvenuto in sala Nervi. Francesco ha ribadito l’invito a essere prossimi agli immigrati, favorendo l’integrazione coi cittadini italiani. “Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro tempo, - ha spiegato – la Caritas ha il difficile compito di fare in modo che il servizio caritativo diventi impegno di ognuno di noi, cioè che l’intera comunità cristiana diventi soggetto di carità”, perché di fronte al povero impariamo a dire: “Qui c’è Dio”.

di Matteo Donati

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