“La misericordia di Dio è una
cosa concreta, come il padre e la madre che si commuovono per i bisogni del
figlio”. Con queste parole Mons. Montenegro ha aperto il 38° Convegno nazionale
delle Caritas diocesane, quattro giornate nella periferia di Roma per fermarsi
a riflettere e rimotivarsi a partire dal tema “Misericordiosi come il Padre”.
Lo stesso Montenegro ha aggiunto che “Dio ci viene a trovare attraverso i
poveri, per questo sono loro che ci conducono a Dio”. Parole che oggi più che
mai hanno un’eco forte e raggiungono ogni angolo della terra, soprattutto
quelle zone del mondo martoriate dall’odio e dalla guerra.
Mons. Tagle |
Ma quali possono essere le strade
da percorrere per non cedere ai vittimismi e vedere solo la parte negativa
della realtà? Secondo Mauro Magatti, docente di sociologia presso l’Università
del Sacro Cuore, il gesto del Papa a Lesbo è un punto di partenza per costruire
qualcosa di nuovo, avviare una transizione concreta e chiudere definitivamente
l’era della globalizzazione che dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi
mondiale del 2008 ci ha trascinati nel baratro.
Prof. Mauro Magatti |
Papa Francesco di fronte all’emergenza ha messo da parte i suoi impegni
e si è preso un giorno di tempo per andare di persona a consolare e ascoltare
il grido dei profughi. Ecco la novità che il Papa ci consegna: se siamo
solo consumatori e mancano le relazioni vere e la ricerca di un senso, il mondo
crolla. Bisogna cambiare il modello di riferimento: non solo inghiottire e inglobare, ma partecipare, dare il proprio
contributo. Prima è necessario produrre valori sostenibili, poi consumi, e la
Caritas, nella sua diffusione capillare sul territorio, ha un ruolo strategico
nella metamorfosi. “Ogni parrocchia” – ha chiuso Magatti – deve vivere
concretamente la carità, sennò non regge il discorso del Vangelo.
A conclusione del Convegno, il
momento più atteso: l’incontro con il Papa avvenuto in sala Nervi. Francesco ha
ribadito l’invito a essere prossimi agli immigrati, favorendo l’integrazione
coi cittadini italiani. “Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro
tempo, - ha spiegato – la Caritas ha il difficile compito di fare in modo che
il servizio caritativo diventi impegno di ognuno di noi, cioè che l’intera comunità cristiana diventi
soggetto di carità”, perché di
fronte al povero impariamo a dire: “Qui c’è Dio”.
di Matteo Donati
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