L’accesso all’istruzione
scolastica è uno dei diritti universali dell’uomo, sancito anche dalla
Dichiarazione Universale recepita dagli stati membri dell’ONU nel lontano 1948.
All’epoca si usciva da un terribile conflitto mondiale e dalla piaga dei regimi
totalitari, eppure anche oggi, nel 2016, a Jesi, ci sono famiglie che non
riescono a garantire ai propri figli, quel corredo minimo che a settembre ogni
bambino dovrebbe avere: parliamo di astucci, matite, colori, zaini, quaderni,
grembiuli. Per molti possono sembrare cose scontate, per tanti altri no. Si può
dare la “colpa” alla crisi occupazionale, o al “sistema-scuola”, tanto per aggrapparsi
a un luogo comune, ma non ai bambini, che con le responsabilità degli adulti
non c’entrano proprio nulla...
Questa iniziativa è il segno
visibile del cammino che la Caritas sta percorrendo: in un mondo in cui i poveri
vengono sempre più emarginati o confinati dietro muri e filo spinato, è giusto
che ognuno di noi si privi del superfluo per donarlo a chi è privo dell’essenziale.
Perché regalare ai poveri ci fa diventare “ricchi”; ma per essere un segno di
speranza vero e coerente bisogna fare delle scelte condivise e mettersi al
servizio: è con questo atteggiamento che la Caritas diocesana vuole camminare,
dando voce ai poveri e sostenendo i sempre più numerosi volontari che ogni
giorno si danno da fare, col desiderio di imitare il messaggio profondo del
Vangelo.
Matteo Donati
Nessun commento:
Posta un commento