Terra dei Fuochi è il nome di un luogo così distante dalla nostra
vita quotidiana da sembrare un’invenzione fantastica. Un topos letterario. Eppure chi era presente al Liceo Torelli di Fano
e ha visto Padre Maurizio Patriciello ricevere il Premio Volpini è stato come
trasportato. Chi ha sentito risuonare la sua voce pura e ostinata ha viaggiato per
un attimo nelle ferite ancora aperte di quelle terre campane, tra desolazione e
fumi cancerogeni. Padre Maurizio è un prete, un
uomo, che ha fatto la scelta consapevole di portare sulle sue spalle il peso
del malessere e della sofferenza dei suoi conterranei. Ed è disposto a tutto
pur di lottare contro chi semina morte per raccogliere denaro. Non lo
spaventano la criminalità organizzata e nemmeno chi sta ai “piani alti” e fa
finta di non vedere...
...Così ha accettato di venire tra
noi per dare la sua preziosa testimonianza, perché tutti si sentano coinvolti e
un po’ responsabili: quello dei rifiuti tossici non è un problema che riguarda
solamente il sud, ma si intreccia fortemente con le azioni di smaltimento e le
coscienze del nord.
Forse, l’idea di sradicare il
problema è un’utopia, perché il pensare camorristico ha messo ormai radici
profondissime, le istituzioni troppe volte sono miopi e il cattivo esempio di
tanti politici incrementano la sfiducia in tanti cittadini. Ma se c’è una cosa
chiara in mezzo al dramma che si sta vivendo è che a partire dai più piccoli
comportamenti le nostre esistenze devono essere un esempio di vita. Non un inno
alla morte!
Dobbiamo a lui un grazie perché le sue parole sono come
sassi: è giusto che diano fastidio. Con ancora intatta l’emozione per aver
conosciuto una persona di incredibile fede e trasparenza, è opportuno
condividere un frammento di ciò che vive: “Io dei camorristi non ho paura. Lo
so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno. L’ho messo in conto fin dal primo
momento in cui sono diventato prete. Loro sono i nemici del vivere civile. Loro
hanno sempre e solamente torto. Io credo allo Stato. Alla democrazia. Io credo
alla libertà. Io credo alla dignità di ogni uomo”.
Di Matteo Donati
Nessun commento:
Posta un commento